E, dopo il summit sul riscaldamento globale, tutti a pattinare sul ghiaccio!

a cura di Guido Guidi


Premessa di Simone Roberti: anzitutto sono davvero onorato di poter ospitare su queste pagine un contributo del Tenente Colonnello dell'Aeronautica Militare Guido Guidi che andrà ad illustrare gli ultimi sviluppi del cosiddetto global warming sulla base degli ultimi dati scientifici circa l'estensione della calotta artica e antartica.
Inutile dire ancora una volta che le posizioni scettiche di Guido Guidi sul GW rispecchiano appieno la mia linea di pensiero.
Inoltre è piuttosto evidente, anche dal grafico che troverete più avanti, che l’arretramento della banchisa artica abbia subìto uno stop rispetto al drammatico tracollo registrato a cavallo tra gli anni 90 e il 2007.
Certo nessuno canta vittoria, siamo ancora ben al di sotto della media, ma almeno i segnali per un’inversione di tendenza si vedono!
Buona lettura.

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Fra qualche giorno, googolando parole come cambiamenti climatici, giustizia climatica o salvezza del pianeta, troveremo un picco di notizie. Saranno i commenti delle risultanze dell’ennesimo summit preparatorio del prossimo summit che precederà il prossimo ancora. Poi tornerà la calma.

Difficilmente però sentiremo parlare di ghiaccio marino, il canarino nella gabbia tanto caro al movimento che ci salverà tutti dall’arrosto climatico. La ragione è semplice: quest’anno, al giro di boa dei ghiacci artici, quando inizia cioè la nuova stagione di ghiacciamento, intorno al Polo Nord c’è più ghiaccio dell’anno scorso, che pure aveva fatto segnare un guadagno rispetto all’anno prima. Nel frattempo all’altro capo del mondo sta finendo la stagione di ghiacciamento e intorno all’Antartide c’è più ghiaccio di quanto ce ne sia mai stato da quando la misura si fa con i satelliti. Siccome è la somma che fa il totale, la quantità di ghiaccio marino sul pianeta è sopra la media di riferimento, ma anche questo non fa notizia.

Guardando nello specifico il grafico relativo all’estensione dei ghiacci artici (Figura 1) che pure sono diminuiti consistentemente da un trentennio a questa parte, sembra proprio che il trend dall’inizio del nuovo secolo sia neutro, sebbene il 2007 e il 2012 abbiano fatto segnare dei record di minima estensione. Dall’NSIDC fanno però sapere che l’estensione di quest’anno conferma il trend negativo. Evidentemente per notare il cambiamento si aspettano che l’Oceano Artico ghiacci tutto insieme.
    
         Figura 1: Estensione dei ghiacci artici a Settembre 2014 (clicca per ingrandire)


Ma si diceva del pattinaggio. Ieri su WUWT è uscito un buffo post in cui, calcolatrice alla mano, se il ghiaccio antartico continua a crescere con il ritmo assunto da quando lo si misura, nel 2050 avrà raggiunto l’estremità meridionale del Sud America. Praticamente nell’inverno australe si potrà andare da Punta Arenas a Rothera sull’isola Adelaide a piedi. Oggi ci vogliono 5 ore di volo. Ovviamente è una boutade, fatta di calcoli a spanne e supposizioni di uno che si dichiara apertamente non esperto che non possono tener conto di mille altri fattori che interverranno certamente a modulare/modificare questo trend. Tuttavia, se qualche anno fa ben altri più informati esperti potevano parlare di spirale di morte per il ghiaccio artico e altri palesavano intensi traffici commerciali tra il passaggio a nord ovest (che quest’anno non si è aperto, guarda un po’) e quello a nord est, anche questo genere di previsioni finisce per avere il suo diritto di cittadinanza in un panorama dell’informazione scientifica che fa ghiaccio, pardon, acqua da tutte le parti.

Del resto, anche questa improbabile eventualità potrà essere sapientemente gestita in termini di comunicazione della catastrofe climatica imminente, visto che già oggi c’è chi va in giro discettando che un rateo di aumento così significativo del ghiaccio antartico è prova dei cambiamenti climatici. Così, se il ghiaccio diminuisce è colpa del global warming, se aumenta è una prova del global warming. Circa l’evidenza che sia prova del fatto che nessuno ci ha capito un accidente naturalmente si continua a tacere.

Infine, per chi volesse fare qualche confronto, sia per l’Artico che per l’Antartide, sempre l’NSIDC mette a disposizione un interessante grafico interattivo in cui si possono aggiungere e/o togliere le annate. Lo trovate qui.

                                                                           Guido Guidi - www.climatemonitor.it